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Ginger Dolls ..salati 

A natale i biscotti di zenzero si devono fare…. e se abbiamo esubero di lievito madre che si fa?.ci facciamo i crackers ! In versione ginger bread però, se poi le formine hanno la gonna stavolta: diventano ginger dolls!

La ricetta é molto semplice, ha lo scopo di:

-evitare di buttare del lievitomadre in eccesso

-sgranocchiare qualcosa di molto natalizio

– se vi vengono troppo duri o si bruciacchiano un po’ li potete sempre usare per decorare l’albero di Natale!

Ecco  gli ingredienti per 6 biscottoni sottili: dosi da moltiplicare in base a quanti ne volete fare voi:

Procedimento:

Impastare insieme farine, il cruschello, l’acqua, l’olio e il sale, aggiungere il lievito a pezzetti amalgamando bene. Aggiungere poi i semini di sesamo e un pezzetto di zenzero grattugiato(grande come una nocciola) 

A impasto liscio ed elastico, formiamo una palletta e lasciamo riposare per un’oretta o poco più.

Stendiamo col mattarello e otteniamo 6 dolls, decoriamo con semini e spezie per ottenere occhi, scarpette o bottoncini, aggiungiamo un pochino di sale in superficie, e se vogliamo spennelliamo anche con un pochino d’olio e inforniamo a forno caldo a 180/190 gradi . In 10 o 15 minuti sono pronti. A seconda della potenza del forno. Più cuociono veloci più resteranno croccanti. Così sono vegani e leggeri, se però volete aggiungere all’impasto 2 cucchiai di parmigiano avranno un gusto in più.buonissimi:)

Questa ricetta partecipa alla bellissima staffetta A NATALE CON I BLOGGER e vi invito ad andare a visitare  il bellissimo blog  https://latanadellecoidea.blogspot.it/ e  il Natale continua!!!  

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Focaccia pachino carciofi bottarga

La mia ricetta per il flash mob di oggi, organizzato dal Consorzio Pomodoro Pachino  e Aifb http://www.aifb.it/contest/flash-mob-pachino-2017/  : Una focaccia a lievitazione naturale per aperitivo o cena.

Il protagonista é lui, il pomodoro 🍅pachino 

e a fargli compagnia ci sono lievitomadre, carciofi e bottarga . Ingredienti qua sotto⬇⬇⬇

 

Ingredienti:

-250 gr di farina zero

-30 grammi di amido di mais

-200 gr di acqua a temperatura ambiente

-65 gr di lievito madre 

-20 olio evo

-6 gr di sale

Per la farcitura : pomodori pachino, mezzo cuor di  carciofo, un po’di bottarga in polvere, un pezzetto di mozzarella e infine del prezzemolo fresco se gradite.

Procedimento:

Pesare gli ingredienti e miscelare le farine , aggiungere l’acqua e impastare il tutto aiutandosi con una forchetta. Aggiungere il lievito madre spezzettandolo in piccole parti.  Appena amalgamato il tutto lasciare a riposo 15 minuti. Poi aggiungere olio e sale, impastare delicatamente per qualche minuto finché si sente l’impasto liscio ed elastico. Ungere una teglia (va benissimo una teglia da 25 o 28 cm di diametro) e sistemarlo delicatamente sul fondo, facendo pressione con i polpastrelli ben unti d’olio, lentamente e delicatamente. 

Lasciare così in forno spento, a lievitare per 6 ore circa. Trascorse le 6 ore la focaccia sarà raddoppiata di volume, esercitare un po’ di pressione sulla superficie unta e inserire i pomodorini tagliati a metà lasciando anche i piccioli per guarnizione su alcune metà.  Tagliare a fettine sottili il cuor di carciofo e saltarlo appena( con olio e sale) in padella per poi sistemarlo accanto ai pomodorini. Fare un’emulsione di acqua e olio evo e irrorare la focaccia . Aggiungere qualche piccolo pezzetto di mozzarella e scaldare il forno a 200°.

Mettere in forno caldo la teglia coperta da un foglio di carta stagnola per i primi 15 min. Togliere la carta forno, spolverare la superficie con una pioggerella di bottarga in polvere, e cuocere per altri 15 minuti. Gli ultimi 5 minuti con il calore solo sulla parte superiore del forno.

Sfornare e condire con del prezzemolo fresco. Da mangiare tiepida é ancora meglio: il gusto dei pomodorini tiepidi é sublime !

http://www.aifb.it/contest/flash-mob-pachino-2017/ 

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Zuppa di terra  e di MARche

Ecco la mia seconda ricetta per il contest intitolato appunto: Un Mare di Marche .

Un contest nato per promuovere le eccellenze enogastronomiche dell’area “cratere” del sisma 2016 e un’ economia del mare sostenibile, come la piccola pesca, il pesce azzurro e le specie povere della regione Marche. In questa ricetta c’è il mare:con  le sardine  fresche e  le vongole e ci sono i frutti della  terra, di questa bella regione  messa a dura prova dal sisma 2016:  lenticchie, cipolla, olio, frumento e zafferano, uniti insieme in una zuppa da leccarsi i baffi.

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Pan ner frattau 

Si sa che io amo panificare col lievito madre, e questa volta mi sono voluta cimentare in una ricetta di una regione montana, la Val d’Aosta,  con un pane meraviglioso,  ricco di proprietà nutritive data la presenza preponderante della farina integrale di segale che lo rende e lo definisce nero ma soprattutto lo arricchisce in profumi e caratteristiche organolettiche peculiari. Un pane festeggiato come  “Il pane delle alpi” alla festa de Lo Pan Ner http://www.lopanner.com/2017/ che si svolgerà il 14 e 15 Ottobre in 50 comuni della Val d’Aosta, e grazie al contest indetto per l’occasione da Aifb, Associazione Italiana Food Blogger di cui faccio parte. Dal titolo già si evince un abbinamento insolito, almeno idiomatico: e si, sto per raccontarvi come é nato questo piatto, con l’intento di valorizzare una preziosa ricetta della tradizione valdostana, quale é il pane nero,  con abbinamenti di ingredienti di altre regioni italiane . 

Mi sono ispirata a questa ricetta del pane Frattau perché per me personalmente il connubio pane-sugo-pecorino é una delle cose più appaganti della cucina casareccia, 
e in Sardegna, terra di pane e di cibi antichi e poveri, è eseguita tradizionalmente con i ritagli delle sfoglie del pane carasau , spesso inumidito con del brodo( in genere di pecora) o acqua calda e poi farcito con ingredienti che troviamo in tutte le dispense contadine dell’isola: del sugo di pomodoro, un uovo di gallina in camicia e del pecorino sardo grattugiato.

Questo é ancora un piatto tipico molto apprezzato e riproposto in molte sagre e trattorie perché nella sua essenza racchiude una bontà e una pienezza di gusto che fa assaporare la qualità delle materie prime genuine usate nella sua preparazione, senza fronzoli o artifici. Io ne ho fatto una mia versione: 

ho sostituito il pane carasau con  il pan nero tagliato a fettine sottili, non ho usato brodo o acqua per inumidirlo perché è un pane fresco di giornata, soffice e fragrante e già il sugo con cui l’ho condito l’ha abbondantemente inzuppato alla perfezione. 

Per prima cosa ho preparato il pane con la ricetta di base fornita da Lo Pan Ner, con cui ho sfornato due pagnotte, una delle due l’ho voluta decorare con i tagli in stile “Pintadera” ovvero, una foggia tipica dei pani antichi sardi, [ archeologi ed esperti ancora studiano gli arcaici significati legati a questa panificazione e i suoi simboli], con cui nell’epoca nuragica si usava timbrare il pane, in questo caso i tagli li ho effettuati con una lametta poco prima di infornare le pagnotte. 

Ingredienti:

○ 550 gr Farina di segale integrale 

○ 250 gr Farina di grano tenero tipo 0 

○ 200 gr Farina di grano tenero integrale

○ 620/650 gr Acqua 

○ 20 gr Sale marino

○ 300 gr Lievito madre rinfrescato da 4 ore

Preparazione:

Ho unito le farine, miscelandole con un cucchiaio, unito tutta l’acqua e lasciato a riposo per mezz’ora in ciotola coperta.

Ho ripreso l’impasto, inserito il lievito madre che avevo rinfrescato 4 ore prima, incorporandolo a piccoli pezzi. L’impasto appare corposo ed elastico, la farina di segale gli regala una texture e un profumo piacevolissimo. Dopo aver impastato a mano per dieci minuti, lascio a riposo una mezz’ora per non scaldarlo troppo tra le mani.

Riprendo l’impasto e con le mani incorporo delicatamente tutto il sale previsto in ricetta, fino a totale assorbimento. 

Infarino la spianatoia e mi accingo a fare le pieghe a fazzoletto all’impasto: due serie di pieghe a tre. Una ogni 30 minuti.

Fatte le pieghe, e fatta una pirlatura veloce , sistemo l’impasto in due colapasta rivestiti con un canovaccio ben infarinato, li metto in forno spento e lascio lievitare per 6 ore.

La cottura l’ho fatta in forno ventilato, a 250 gradi per i primi 10 minuti, altri 10 minuti a 230, 10 minuti a 200 e gli ultimi 15 minuti a 180. Ogni forno e a sè e potrebbero essere sufficienti anche meno minuti di cottura in certi casi. Nei primi 10 minuti ho anche nebulizzato dell’acqua sulle pareti del forno.

La ricetta di questo  frattau invece prevede gli ingredienti in foto: 

○del pane nero di segale come da ricetta Lo Pan Ner

○ del formaggio pecorino sardo fresco, qb

○ un uovo per ogni porzione 

○300 gr di sugo(dose per due persone) che io ho preparato con le “tamatighedde sarde” che trovo in questa varietà solo d’estate dalla signora da cui compro la frutta e verdura del suo orto. 

Va benissimo un sugo preparato con dei buoni pomodori pelati. 

Sarà sufficiente sistemare le fettine di pane su un piatto piano, versare sopra dell’abbondante sugo caldo mentre preparariamo  l’uovo in camicia sul fornello, da adagiare appena sopra il sugo, farcire infine con una pioggia di pecorino grattugiato.Affondare la forchetta nel tuorlo sarà il tocco finale per gustare in un boccone la bontà di questo pane profumato insieme ai sapori nel piatto. 

 Soddisfatta di questo risultato per il gusto e la resa nell’abbinamento, che mette a confronto due realtà del passato contadino molto distanti e pur molto simili, in ricordo di quei tempi in cui nei piccoli comuni di campagna, venivano accesi i forni per sfornare pagnotte fragranti scure e nutrienti, per le farine tutt’altro che raffinate, c’era chi impastava, chi accendeva il fuoco e chi aspettava scalpitante di assaggiarne un pezzetto. Ed era una festa di genuino sapere e di genuino mangiare. Grazie ad iniziative come queste si possono salvaguardare e consolidare antichi saperi preziosi e irrinunciabili della nostra cultura alimentare e comunitaria. 

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Soufflè si, ma senza uova

Ormai si sa che la farina di ceci é un’ ottima controfigura delle uova in cucina per frittate e altri impasti, e quindi é fantastica anche per realizzare dei soufflè lievitati se ogni tanto si vuole evitare o sostituire l’uovo come ingrediente.  Perfetti da caldi ovviamente ma anche da freddi sono un’ottima idea per pic nic e merende da spiaggia