Rivoluzione-Lievitazione

Fare il pane in casa, a lievitazione naturale, è un atto rivoluzionario. Si, sembra di esagerare, di osare una parola altisonante in un contesto così semplice…

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ma in fondo è questa la rivoluzione, anche la più piccola: sfondare le sponde dell’ordinario, dentro i soliti schemi , per lo più inconsapevoli, che rimangono fermi nella quotidianità più rassicurante, sobria e ripetitiva. Fino a diventare cattive abitudini. E stiamo parlando , per ora, solo di fare il pane in casa…

É da qualche anno ormai, che spinta da amici e conoscenti e promuovere e condividere questa mia passione per il pane, organizzo laboratori di panificazione naturale e incontro tante persone che, come me dieci anni fa, approcciano con un’idea prudente e distante di cosa sia panificare in casa… perché per molti sembra impegnativo, complicato e di scarsa riuscita… senza un forno a legna poi.
E invece é semplice, piacevole e porta ricche soddisfazioni.
Insomma si inizia così, ad essere rivoluzionari: agire e discernere senza abitudini; e puntare al meglio. In ogni cosa.
Provo a non divagare, che già l’idea della lotta alle abitudini mi intriga non poco. Dicevamo quindi, rivoluzionario lo è per diverse ragioni:

il tempo in primis:
sembra che buttarsi dell’impresa richieda tempo e dedizione che non si sa come trovare, ma invece é molto più semplice di quanto si possa pensare. Aver cura del lievito madre chiede un po’ di dedizione e sensibilità, e di pazienza, ma non molto di più delle cure che chiede una pianta in vaso e molto meno di quante ne possa chiedere un animale domestico.

La verità su ciò che portiamo in tavola.
Per anni ci siamo rivolti con fiducia al cibo confezionato, etichettato e promosso dalle pubblicità, senza sapere realmente il significato , la genesi e la provenienza di ciò che compone o fa crescere quel cibo. È invece primario e naturale scegliere consapevolmente gli alimenti che portiamo in tavola. Conoscere da vicino il panorama delle farine in commercio é già un’impresa, una ricerca multisciplinare.

La reale convenienza: acquistare ripetitivamente il pane quotidiano porta a due conseguenze automatiche: o se ne butta un po’ a fine giornata, o se surgela la metà. in questo secondo caso, nella maggior parte dei casi avremo a un certo punto il freezer pieno di bustine di pane pietrificato che butteremo di sicuro durante una domenica di pulizie di primavera. Quindi in entrambi i casi si butta via. E non è conveniente allora.

Questo non accade col pane fatto in casa, perché non è necessario acquistarlo tutti i giorni: un pane a lievitazione naturale è buono anche nei giorni successivi, anche per una settimana se conservato nella maniera giusta.

E quando lo si fa da soli, se ne ha un rispetto e una cura differenti…difficilmente lo si butterà via.

E soprattutto l’esperienza sensoriale: le nostre mani avvezze all’utilizzo di pulsanti, bottoni, levette,  tastiere e touchscreen si sono dimenticate quanto sia piacevole tuffarle e sporcarle in un impasto morbido , utilizzando tutte le dita in un esercizio finalizzato, articolato e istintivo.. dove il senso del tatto e dell’olfatto insieme lavorano e gioiscono all’unisono. E una volta cotto richiameranno all’ordine gli altri sensi in questa gratificante esperienza, semplice e profondamente autentica.

Avete letto fin qui? Allora vi ho fatto venir voglia di impastare?