Veggie Style

Nutrirsi è istinto e gioia. Come amare. Non si può decidere chi e come. Si sente ciò che ci è affine, ci calamita a sé.

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Se sono vegana o forse vegetariana-tendenzialmente-vegana non mi serve saperlo.
Adoro frutta, verdura, pane e brioches, dovrei definirmi carboidratiana allora, ma fatemi o’piacere.
E comunque niente latte e niente carne nel mio frigo.
Mi piacciono tantissimo  i formaggi e ne consumo davvero pochi, ma rinunciarci del tutto noooooo, e un ovetto genuino ogni tanto me lo gusto.
Credo non abbia senso volersi sentire in un clan e disprezzare il modo di nutrirsi altrui. Prima di tutto perché mangiare è anche un momento di condivisione, di unione con gli altri e già creare muri e divisioni snatura tutto. E poi perché “alimentarsi bene” sospetto sia davvero un fatto soggettivo, connesso al vissuto, al proprio consumo energetico, alle tradizioni e affetti e soprattutto alla tipologia costituzionale.

Da piccola  mia madre mi costringeva ad ingurgitare fettine di manzo e di fegato, che solo a ricordare quell’odore pregnante mentre sfrigolava sulla padella, ho un brivido profondo. E mangiare così é una sofferenza per me che sono sempre stata attratta da altri sapori. Pur considerando che a tavola a casa mia gli ortaggi erano sempre quei quattro o cinque: patate, pomodori, lattuga romana finocchi e sedano. E anche a casa degli zii, dei compagni di scuola… mentre le abitudini alimentari di base erano certamente pasta – carne – contornino – frutta – caffè, io mangiavo insalatone e frutta come se non ci fosse un domani.

Dai nonni invece, in paese c’erano un sacco di verdure diverse e fresche tutti i giorni, dall’orto ma anche di campo, asparagi ,funghi, finocchietto, rucola, cardi… e  tanta frutta selvatica: le more, i fichi, le perine selvatiche e i fichi d’india! Tutto cibo con un valore in più: erano pieni di energia solare, di vera stagionalità e purezza. Li raccoglieva mio nonno e li portava a casa la sera quando tornava dalla vigna. Arrivavano dentro una piccola cassetta montata sulla bici di nonno Michele, nonna Maria  le aspettava, le prendeva con cura con quelle sue manine segnate dagli anni e dal lavoro, e riempiva la tavola di antipastini, insalate e frittate di una bontà unica. Crescendo ho scoperto con piacere quanto sia vasto il campo vegetale… e di come ortaggi cereali e frutta,  cotti o crudi o anche essiccati siano il cibo più affine a me che amo i gusti delicati e leggeri. Nella mia cucina si mischiano sapori e colori vegetali per creare piatti digeribili e gustosi ma mai grassi o pesanti, niente carne e niente salumi, molto cibo fresco, di stagione, possibilmente senza passaggi in frigo, home made  e sempre diverso.
Raramente vado al supermercato, troppe luci, troppo freddo e troppe etichette. Al mercato e nelle piccole botteghe ci si diverte molto di più. E quando posso coltivo pomodorini e zucchine in vaso, in mezzo alle mie amate ortensie e felci in terrazza, per appagare il mio pollice molto molto verde e commuovermi di fronte al veder spuntare quei piccoli frutti cresciuti sotto il sole. Veggie style in (non) poche parole.