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Inno ai preziosi Pomodori del mese di agosto…

Agosto è finito e i pomodori meravigliosi e abbondanti di questa annata sono stati egregiamente messi “da conto” anche quest’anno: si sono riempite le case, le dispense di tutto il sud di pomodori secchi , quelli da serbo appesi al sicuro e in conserva. Le ricette dell’inverno sono salve.

E non solo le ricette, a giovarne è anche la Natura. Rispettare la stagionalità e i metodi di stoccaggio e preparazione è “tradizione”, sapere come e cosa consumare per favorire il naturale ciclo di maturazione e rigenerazione, scorrere e ricrearsi, significa favorire la sua resilienza e la nostra fonte di cibo e di ossigeno insieme.

Durante questo mese ho visto postare scatti di famiglie al lavoro,

cucine profumate dai pomodori maturi pieni di sole,

cortili e balconi con centinaia di pomodori ad essiccare al sole di agosto

e grappoli perfetti pronti da appendere.

E questa volta le foto sono le loro non le mie, ritratti autentici dei ” pomodori di casa”.

Lo dico perché grazie ai numerosi social posso dire con orgoglio di esser circondata da persone che ancora si impegnano nella tradizione di portare fino all’inverno il prezioso raccolto estivo, per essere servito in tavola tutto l’anno, laboriosamente messo da parte. Ho visto foto e video emozionanti di questo rituale di stagione, alle basi della nostra gastronomia più autentica.

Anche se presto arriveranno sui banchi del mercato gli anonimi pomodori invernali , chi ha in casa quelli estivi cresciuti sotto il sole e conservati all’antica,  sarà più fortunato. Vorrei imparare anche io a prepararli così,  come mia nonna Maddalena , che tutte le estati si dedicava alla conserva ( e ai pomodori secchi) . Ora lei non c’è più, e quelle estati in paese ero davvero troppo piccola per pensare di prendere appunti, andavo alle elementari e non c’erano i cellulari per registrare un video. Le facevo un sacco di domande , a cui lei rispondeva sorridente e consapevole e  già capivo che in quella cucina antica c’era un grande impegno che metteva su tutto da sola, ogni estate . Un impegno che durava mesi di organizzazione, e quella fiera soddisfazione,  tutta quella fatica e quel caldo davanti al grande paiolo bollente

avevano un grande valore, che ho capito da grande. . Al tempo mi limitavo ai piccoli aiuti, a sistemare i barattoli uno vicino all’altro,  ad asciugare le foglie di basilico e contare tappi e coperchi.   

   E la vecchia cucina me la giravo tutta, memorizzando i suoi particolari,  mangiando pomodori per ore, tutti quei dettagli antichi erano così affascinanti, con quel camino enorme più alto di lei, i pavimenti in pietra , gli interruttori panciuti in bachelite e i vecchi fornelli a carbone abbandonati, dove giocavo per ore, con le magliette sbrodolate di succo di pomodoro. Ricordo perfettamente il profumo che c’era , anche a parlarne mi sembra di esser di nuovo lì.  Pomodoro basilico e muri antichi: essenza imbarattolata per sempre nella dispensa della mia memoria.

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